24 dicembre 2006
Santa Claus is coming ..
In questa giornata di vigilia, complice un sogno torbido che dalle viscere è venuto a farmi compagnia questa notte, mi sento un pò così. Soddisfatta, direi.
E' stato un solco
tracciato all’improvviso
senza certezze,
senza prudenza
nell’ annusarci
d’istinto e di stupore,
in un crescendo
che ha dell’ irregolare.
Forse l’attesa
ci ha visto troppo soli,
forse nel mondo
non sapevamo stare
così distanti
ad aspettarci ancora.
Così prudenti,
così distanti,
così prudenti.
Sei il suono, le parole
di ogni certezza
persa dentro il tuo odore.
Siamo gli ostaggi di un amore
che esplode ruvido
di istinto e sudore.
È stato un lampo
esploso in un secondo
a illuminarti
in un riflesso,
quando temevi
tutta la luce intera,
l’iridescenza
della tristezza.
Probabilmente
lasciandomi cadere
a peso morto
al tuo cospetto
avrei sicuramente
permesso la visuale
sulle mie alienazioni,
sui miei tormenti,
sui miei frammenti.
Ma voglio che tu
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio
che poi nell’insinuarti sia incantevole.
Ma voglio che tu
tu piano piano faccia strage di me
in un incerto compromesso
tra la mia anima e il suo riflesso.
Sei il suono, le parole
di ogni certezza persa dentro il tuo odore.
Siamo gli ostaggi di un amore
che esplode fragile
di istinto e sudore.
Quanti graffi da accarezzare
per tutti i cieli che possiamo tracciare,
tutte le reti del tuo odore
dentro gli oceani che dobbiamo affrontare.
Ma voglio che tu
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che tu
nell’insinuarti sia incantevole ..
Subsonica
Ragazzi miei, davvero un ottimo modo per cominciare le feste.
Tanti auguri a tutti.
23 dicembre 2006
Disfunzioni
Oggi ho proprio fame di poesia.
Sfoglio tutti i miei libri con lo stomaco che brontola ma niente, non trovo parole che catturino la mia attenzione vorace ed insoddisfatta.
E' tempo di esplorazione.
19 dicembre 2006
1914
Questa notte ti ho pensato tanto.
Sepolta sotto un mucchio di coperte, gli occhi rivolti al soffitto, nel buio, le ore passavano ed io ti pensavo. Ed era da un pò che non succedeva, che i ricordi non mi assalivano come una piena inarrestabile. Alcuni dolci e caldi come un raggio di sole, altri taglienti e crudeli come un colpo in pieno viso.
La mente ha cominciato a camminare da sola, e io non l'ho fermata.
E' stato dolore e lacrime e tristezza, in silenzio perchè nessuno mi sentisse, ma non l'ho fermata.
Sapevo dove mi avrebbe portata, in un tragitto che si ripete da un anno e mezzo, a inseguire la tua assenza che credevo lieve e che a volte invece si rivela pesante come un macigno.
Porto tante cose con me.
Le barchette fatte con i fogli di giornale, affacciati dal pontile a sperare, con il fiato sospeso, che stessero a galla.
I cannoncini di legno rosso e nero, e tu in ginocchio sul pavimento di marmo a sparare pallottole di carta.
Quando mi avevi fatto credere che riuscivi a cambiare canale sbattendo le palpebre, e la faccia che facevi vedendo la mia espressione stupefatta.
I gelati che dopo pranzo, nelle lunghe estati a casa nostra, facevi comparire per magia con i tuoi "abracadabra".
La forza e l'ostinazione con cui hai lottato con il tuo corpo troppo vecchio per avere quello che volevi. "L'ho fregata" hai sussurrato contento a mamma in ospedale. Hai fregato la morte sì, l'hai convinta a darti ancora qualche giorno per vivere QUEL giorno.
Volevi festeggiarli quei 50 anni insieme a lei e ce l'hai fatta.
Hai avuto l'ultimo pranzo, la tavola imbandita, il brindisi, la famiglia intorno a te.
E hai pianto, perchè sapevi che la tua non era stata una vittoria ma solo una tregua. Ed era momento di andare.
Una notte senza sonno in tua compagnia.
Mi manchi.
18 dicembre 2006
And so this is Christmas
Lo sento questo Natale, lo gusto con ogni parte del mio corpo, cammino per le strade illuminate e mi sento James Stewart di "la vita è una cosa meravigliosa" o uno dei protagonisti di tutti quei film buoni e zuccherosi che infestano le nostre televisioni dall'8 dicembre fino all'epifania.
IO mi sento buona e zuccherosa, felice ed entusiasta fino alla nausea (io?? felice??), casa è tutta un tripudio di luci, colori, musichette stonate, candele e torroni.
Ho le mutande rosse, il pigiama rosso, i calzini rossi, il cappello da Babbo Natale, le corna dell'alce con i campanelli, e poi regali nascosti in ogni angolo della casa, apro l'armadio e decine di pacchetti mi franano addosso.
Canticchio in continuazione tutto il terribile repertorio di canzoncine natalizie, e quando non sono io a cantare lo fa la languida voce di Bing Crosby da un cd a cui non rinuncerei per niente al mondo.
Vago freneticamente da un negozio all'altro in piena dipendenza da shopping festivo (rigorosamente a a basso costo - certe abitudini non le perdo neanche durante le feste) e ovviamente sono già finita sul lastrico giocando a carte.
.. si, devo ammetterlo, a Natale mi trasformo in una bizzarra creatura.
Abbiate la pazienza di sopportarmi.
Fra pochi giorni tornerò ad essere la placida personcina che ben conoscete.
E poi ci sarà Pasqua!!
14 dicembre 2006
The difference is in the eye of the beholder
Quanto sappiamo dell'Oriente?
Per metterci alla prova ed ironizzare un pò sui luoghi comuni consiglio di visitare il blog http://www.alllooksame.com/, creato dal giapponese Dyske Suematsu.
Un delizioso pupazzetto con occhi a mandorla (cosa vi aspettavate???) vi inviterà nella "Exam Room", la stanza delle domande, con improbabili test e quiz on line.
Divertitevi con "Faces" a riconoscere giapponesi, cinesi e coreani tra i 18 volti della galleria fotografica, navigate fra piatti esotici e architetture tradizionali.
E non prendetevela se alla fine il risultato sarà disastroso.. abbiamo tutti tirato ad indovinare.
13 dicembre 2006
Torna a Surriento!!
Come sarà il freddo di gennaio?
Lo dipingo istante per istante di quei giorni che passeremo insieme in riva al mare.
Sarà mite ed assolato.
Riderai a crepapelle quando sentirai i miei piedi di ghiaccio e come sempre ti chiederai come faccio a dormire con tutte quelle coperte.
Ci sarà la radiolina a forma di topo e io mi arrabbierò perchè hai dimenticato il dentifricio.
La mia valigia sarà pesantissima e piena di cose inutili. Tu porterai un sacco di camicie e le buste per tenerle ordinate.
Farai finta di arrabbiarti ogni volta che userò tutti gli asciugamani per fare la doccia.
Porterò un sacco di guide che non useremo mai.
Leggeremo i quotidiani al sole del lungomare e dirò qualcosa di sinistra per farti dispetto.
Passeremo al supermercato per comprare un pò di schifezze da mangiare davanti alla tv, tu mi sgriderai perchè mangio male e poi mi ruberai le patatine.
Parleremo ore ed ore ed ore.
Faremo la lotta sul letto e io mi arrabbierò perchè mi farai il solletico e lo sai che non vale.
Sicuramente dimenticherai le pantofole.
Mi impadronirò della tua macchinetta e farò un sacco di foto.
Impiegheremo tantissimo tempo per decidere dove andare a cena.
Faremo l'amore un milione di volte e sarai di nuovo mio.
12 dicembre 2006
Made in Italy
Povera musica italiana.
Ti trascuro molto spesso. Troppo, direi.
Non tenermi il muso, dai. Voglio farmi perdonare.
Una bella playlist per cominciare la giornata.
Bisogna metterci la faccia - Mario venuti
Niente - Sergio Cammariere
La notte - Neffa
L'abbraccio - Marlene Kuntz
Blu notte - Carmen Consoli
Isola - Samuele Bersani
Aria - Morgan
Un giudice - Fabrizio De Andrè
Sono tuo - Francesco De Gregori
Ti trascuro molto spesso. Troppo, direi.
Non tenermi il muso, dai. Voglio farmi perdonare.
Una bella playlist per cominciare la giornata.
Bisogna metterci la faccia - Mario venuti
Niente - Sergio Cammariere
La notte - Neffa
L'abbraccio - Marlene Kuntz
Blu notte - Carmen Consoli
Isola - Samuele Bersani
Aria - Morgan
Un giudice - Fabrizio De Andrè
Sono tuo - Francesco De Gregori
11 dicembre 2006
08 dicembre 2006
God gave me everything i want
You can see it in a clear blue sky
You can see it in a woman's eyes
You can hear it in your baby's cries
You can hear it in your lover's sighs
You can touch it in a grain of sand
Yeah hold it right there
In the palm of your hand
Feel it 'round you everyday
And hear what I've got to say
God gave me everything I want
Come on
I'll give it all to you
God gave me everything I want
Come on
I'll give it all to you
I saw it in the midnight sun
And I feel it in the race I won
And I hear it in the windy storm
And I feel it in the icy dawn
And I smell it the wine I taste
And I see it in my father's face
And I hear it in a symphony
And I feel it in the love
You show for me
Yeah
God gave me everything I want
Oh come on
I'll give it all to you
God gave me everything I want
Come on
I'll give it all to you
God gave me everything I want
I can't stop can't stop
I'm still looking now
God gave me everything I want
Oh come on
I'll give it all to you
Crazy you said
It's all in your head
Mick Jagger
07 dicembre 2006
All good things
Sono le parole degli altri a rendere più vividi i miei giorni.
Forse la mia è la vigliaccheria di chi chiude i propri pensieri in un cassetto, o la pigrizia di chi non porge agli occhi degli altri quei versi con cui d'impulso, smaniosamente, ha riempito chilometri di fogli.
Il punto è che fondamentalmente mi riconosco più profondamente nelle confessioni di (alcune) penne più esperte piuttosto che nelle mie - sempre incerte, sfuggevoli, imperfette.
E allora, dopo tanti anni, ancora mi ritrovo a trascrivere parole straniere in un quaderno sgualcito, come una ladra timorosa, e a rileggerle, quando ho la testa in tumulto e sento il bisogno di un'ispirazione.
Perchè in fondo di questo si tratta.
Quando smarrisco la strada, mi sento confusa ("scardinata", dicevo al marchese tanto tanto tempo fa), quando le risposte che cerco di darmi non mi convincono, mi guardo intorno e ascolto.
Con le orecchie, con gli occhi, raccolgo i segnali che incontro sul mio cammino.
Parole. Migliaia, milioni di parole. Messaggi per me.
06 dicembre 2006
La principessa e il fauno
Prima di parlarne ho voluto pensarci un pò.
Quando mi trovo davanti alla bellezza non so mai cosa dire.
Qualsiasi sia la forma con cui si manifesta agli occhi di chi la guarda.
Quella dell'opera di Gulliermo del Toro è una veste poco accessibile, cruda e cupa.
I terribili anni della guerra civile spagnola e dela battaglia fra il regime franchista e la resistenza, con il suo sangue, il dolore, il buio.
E l'infanzia, quasi perversa nella sua innocenza, che cerca rifugio dalla realtà in un mondo fantastico (ma non per questo meno duro).
Scorrono parallelamente la drammatica lotta di una bambina, sola contro tutti, e quella dei partigiani, nascosti fra i boschi, destinati alla morte.
Vittime sacrificali ed eroi di una storia senza possibilità di redenzione per chi ha peccato nè di salvezza per chi apre gli occhi davanti all'orrore.
04 dicembre 2006
Preparate i calici (Pinochet)
"Sono chiuso in casa da tre settimane per terminare un romanzo, senz'altra compagnia se non quella del mio cane Zarko e del mare, felice tra i miei personaggi, ma dalle prime ore di domenica, ho cominciato a ricevere delle telefonate dei miei amici e amiche del Cile. "Prepara i calici", mi dicono dal mio lontano paese. Ho pronta una bottiglia di Dom Perignon in frigorifero. È un riserva speciale e me la regalò a questo fine il mio caro amico Vittorio Gassman una sera a Trieste. "Spero che la berremo insieme", mi disse in quell'occasione e sarà così, perché a casa mia c'è un calice che porta inciso il suo nome.
Alla radio, una voce dice che il tiranno sta davvero male e che, a quanto pare, stavolta la Parca se lo porterà all'inferno degli indegni, anche se noi cileni non ci fidiamo mai delle repentine malattie che lo colpiscono ogni volta che deve affrontare la giustizia. Vorrei essere in Cile tra i miei cari e condividere con loro la spumeggiante allegria di sapere che finalmente finisce l'odiosa presenza del vile che ha mutilato le nostre vite, che ci ha riempito di assenze e di cicatrici.
Pinochet non solo ha tradito il legittimo governo guidato da Salvador Allende, ha tradito un modello di paese e una tradizione democratica che era il nostro orgoglio, ma in più ha tradito anche i suoi stessi compagni d'armi negando che gli ordini di assassinare, torturare e far scomparire migliaia di cileni li dava lui personalmente, giorno dopo giorno. E come se non bastasse, ha tradito i suoi seguaci della destra cilena rubando a dismisura e arricchendosi insieme al suo mafioso clan familiare.
L'ex dittatore paraguayano, Alfredo Stroessner, è morto poco tempo fa nel suo esilio brasiliano, pazzo come un cavallo, dichiarando persone non gradite in Paraguay cento persone al giorno i cui nomi estraeva dall'elenco del telefono di Sau Paulo.
L'ex dittatore paraguayano, Alfredo Stroessner, è morto poco tempo fa nel suo esilio brasiliano, pazzo come un cavallo, dichiarando persone non gradite in Paraguay cento persone al giorno i cui nomi estraeva dall'elenco del telefono di Sau Paulo.
Pinochet, invece, muore simulando una follia che gli permette fino all'ultimo minuto di fare assegni e transazioni internazionali per nascondere la fortuna che ha rubato ai cileni. Muore amministrando il suo bottino di guerra con la complicità di una giustizia cilena sospettosamente lenta.
Smette di respirare un'aria che non gli appartiene, di abitare in un paese che non merita, tra cittadini che per lui non provano altro che schifo e disprezzo. Ma muore, e questo è quello che importa.
La sua immagine prepotente di "Capitán General Benemérito", titolo di ridicola magniloquenza che si autoconcesse, svanisce nella figura dell'anziano ladro che nasconde il suo ultimo furto tra i cuscini della sedia a rotelle. Ma muore, e questo è quello che importa.
Prima di tornare al mio romanzo, apro il frigorifero e palpo il freddo della bottiglia. Poi dispongo i calici con i nomi dei miei amici che non ci sono, dei miei fratelli che difesero La Moneda, di quelli che passarono nei labirinti dell'orrore e non parlarono, di quelli che crebbero nell'esilio, di quelli che fecero tutte le battaglie fino a sconfiggere il miserabile che ha gettato un'ombra sulla nostra vita per sedici anni ma non ci ha tolto la luce dei nostri diritti. Con tutti loro brinderò con gioia alla morte del tiranno. "
Luis Sepulveda (da La Repubblica)
Letture
"Il passato ha la capacità di saltarti addosso a tradimento attraverso una fotografia, una lettera. Ti racconta di un tempo che non c'è più e che pure si fa vivo ai tuoi occhi con una vivacità ed una corposità assolutamente inaspettate. Favoleggia al tuo orecchio di una parte di te ormai sparitaa, che credevi del tutto morta e che invece stava in letargo in qualche angolo della memoria."
Dacia Maraini, "La nave per Kobe"
03 dicembre 2006
01 dicembre 2006
30 novembre 2006
"Tutti a Roma con Silvio!"
Il centrodestra si prepara all'imponente manifestazione del 2 dicembre.
Ci sarà da ridere.
Da La Repubblica di oggi:
Ci sarà da ridere.
Da La Repubblica di oggi:
"Per intrattenere i manifestanti, in attesa che i tre cortei confluiscano a San Giovanni, il "comitatone" ha persino ingaggiato l'orchestra di Demo Morselli - quello del Costanzo Show..".
Vi prego, andiamo a vedere.
28 novembre 2006
Stralci
Maybe you're the same as me
we'll see things thay'll never see
You and I are gonna live forever
"live forever" Oasis
Wedding bells ain't gonna chime
With both of us guilty of crime
And both of us sentenced to time
And now we're all alone
Protect me from what I want...
Protect me protect me
"Protect me from what i want" Placebo
how can I go home
with nothing to say
I know you're going to look at me that way
and say what did you do out there
and what did you decide
you said you needed time
and you had time
you are a china shop
and I am a bull
you are really good food
and I am full
I guess everything is timing
I guess everything's been said
so I am coming home with an empty head
"You had time" Ani Difranco
Non è per me un dolce amabile cappietto
che risponde a ogni domanda che mi pongo
mentre ti guardo noto
che il tuo equilibrio cade in fondo
ad un nero caffè
che fingi di dovere
bere in fretta prima
che io ti riveli che ti ho dentro
come un fuoco che odio
ma che non spengo
"E poi vienimi a dire..." Moltheni
Playlist
Le note che rimbalzano nella mia testa oggi:
"Mad world" - REM
"Falling is like this" - Ani Difranco
"Il mercato del broncio" - Ivan Segreto
"Because i want you" - Placebo
"What else is there" - Royksopp
"You have been loved" - George Michael
"Champagne supernova" - Oasis
"Triathlon" - Cristina Donà feat. Samuel
"Mad world" - REM
"Falling is like this" - Ani Difranco
"Il mercato del broncio" - Ivan Segreto
"Because i want you" - Placebo
"What else is there" - Royksopp
"You have been loved" - George Michael
"Champagne supernova" - Oasis
"Triathlon" - Cristina Donà feat. Samuel
27 novembre 2006
Il marchese
Canticchia sempre, quand’è soprappensiero, mentre fa qualsiasi cosa, appena possibile, fra una frase e l’altra.
E ogni volta mi viene sempre da sorridere.
Canta con tutto il suo corpo e starlo a sentire è come avere davanti un’orchestra.
La batteria delle sue mani batte il ritmo sul tavolo, sul volante, sulle gambe. La voce segue il testo e poi la melodia, rincorrendo tutti gli strumenti. Mima le pause, intona gli assoli, improvvisa controcanti.
Perso in un’assorta concentrazione, in un’estasi musicale che sembra aiutarlo a pensare.
All’improvviso la interrompe, racconta un aneddoto, risponde ad una domanda o fa una battuta, e poi sparisce di nuovo nel pentagramma della sua testa, e allora ti chiedi se quelle parole ci siano mai state, se le abbia mai pronunciate davvero, o se non ci siano altro che quelle note sussurrate a rimbalzare fra di noi.
E ogni volta mi viene sempre da sorridere.
Canta con tutto il suo corpo e starlo a sentire è come avere davanti un’orchestra.
La batteria delle sue mani batte il ritmo sul tavolo, sul volante, sulle gambe. La voce segue il testo e poi la melodia, rincorrendo tutti gli strumenti. Mima le pause, intona gli assoli, improvvisa controcanti.
Perso in un’assorta concentrazione, in un’estasi musicale che sembra aiutarlo a pensare.
All’improvviso la interrompe, racconta un aneddoto, risponde ad una domanda o fa una battuta, e poi sparisce di nuovo nel pentagramma della sua testa, e allora ti chiedi se quelle parole ci siano mai state, se le abbia mai pronunciate davvero, o se non ci siano altro che quelle note sussurrate a rimbalzare fra di noi.
Week end
Venerdì, sabato e domenica:
tante chiacchiere in una stanza calda
quattro passi al centro di Roma
un ristorante vuoto e quel riso che proprio non mi andava giù
un divano e le sue braccia intorno a me
l’abbraccio nel cappotto nuovo
nuove risate e vecchie sintonie
la sveglia presto e la macchina che non parte
la cioccolata, la panna e noi quattro intorno al tavolo
il dado sotto una macchina
tante chiacchiere in una stanza calda
quattro passi al centro di Roma
un ristorante vuoto e quel riso che proprio non mi andava giù
un divano e le sue braccia intorno a me
l’abbraccio nel cappotto nuovo
nuove risate e vecchie sintonie
la sveglia presto e la macchina che non parte
la cioccolata, la panna e noi quattro intorno al tavolo
il dado sotto una macchina
22 novembre 2006
Il sorriso
Sono entrato nel suo sorriso una sera grigio-scura e monotona.
Il brusìo del mondo vociava qua e là, indistinto ed ignorabile.
Stavo dietro a un pensiero dal passo sciancato e ci zoppicavo insieme ormai,
quando quella bellezza si è messa tra noi, ed ha acceso l'impensabile.
Ed ora so ch'era la primavera (in un sorriso... rinascere...)
dai mille fiori dei suoi modi amabili.
E in quel calore e nella sua raggièra (in un sorriso... rinascere...)
ho percepito che un sorriso ha una forza piena.
Uhh, se il mondo lo sapesse
Uhh, se il mondo ne scoppiasse
Sono uscito dal suo sorriso che si era insinuata, carezzevole,
la magìa di istanti di serenità pure ed immaginifica;
e l'uggiosa andatura di quella sera inseguita dai fastidi miei
ha ceduto il suo passo alla chiarità di un'intesa inesprimibile.
Ed ora so ch'era la primavera (in un sorriso... rinascere...)
dai mille fiori dei suoi modi amabili.
E in quel calore e nella sua raggièra (in un sorriso... rinascere...)
ho percepito che un sorriso ha una forza piena.
E in quell'ebbrezza di fragranza vera (in un sorriso... rinascere...)
ho ben capito che un sorriso può fare molto.
Uhh, se il mondo lo sapesse
Uhh, se il mondo ne scoppiasse
Uhh, se una canzone avesse..
Marlene Kuntz
Alla corte dell'austriaca
Un martedì pomeriggio al cinema con i compagni di sempre mi ha regalato una gradita sorpresa. "Marie Antoinette" di Sofia Coppola mi attirava forse per quell'aria patinata che sa tanto di Mtv e che prometteva un paio d'ore di riposo al mio cervello laborioso.
Ma quello che ha visto mi ha colpito più di quanto immaginassi. Ce n'era di Mtv, e tanta, nell'adolescente frivola di una Beverly Hills di altri tempi. Ed è proprio in questo che ho trovato la sua forza.
Ogni plateale anacronismo è annullato dai tratti di una favola settecentesca, al ritmo di una colonna sonora da antologia. Da non perdere poi una Marianne Faithfull quasi irriconoscibile nel ruolo di un'imponente Maria Teresa d'Austria.
Nel suo impadronirsi di questo tragico simbolo della storia francese (nessun riferimento alla storia con la S maiuscola, quella di un popolo affamato e in tumulto) e proiettarlo in un universo glam rock decisamente straniante la Coppola sa perfettamente cosa sta facendo.
"Ho voluto raccontare l'umanità di una donna che non era né innocente né crudele, né stupida né intelligente, il cui destino l'ha portata nel posto sbagliato al momento sbagliato».
Semplicemente una ragazzina sola in camera, una "vergine sucida" prigioniera della ragion di stato, circondata di lussi, in un tempo ozioso e dilatato fino all'infinito.
21 novembre 2006
Russians
" L'ex spia russa, Aleksandr Litvinenko, è grave in un ospedale londinese. L'uomo (...) è stato avvelenato. Sul suo caso indaga la direzione antiterrorismo di Scotland Yard. Da ieri la spia è stata posta sotto sorveglianza e protezione della polizia. Litvinenko, un ex colonnello dei servizi segreti russi Fsb (eredi del Kgb sovietico) critico del presidente Vladimir Putin, è stato avvelenato il primo novembre a Londra, a quanto sembra con tallio, un metallo letale anche a piccole dosi. Persone a lui vicine - tra le quali uno dei più celebri transfughi del Kgb in Occidente, Oleg Gordievski - hanno denunciato il coinvolgimento dei servizi russi nell'avvelenamento, accusa che Mosca smentisce."
La Repubblica
Non so perché, ma leggere di queste scaramucce da pseudo guerra fredda mi intristisce.
So che è un grave errore, ma non riesco a coglierne la serietà, l’importanza, la drammaticità, se vogliamo (c’è pur sempre un disgraziato moribondo in un letto d’ospedale).
Sono lontani i bei tempi (ognuno dia all’aggettivo l’interpretazione che preferisce) della CIA e del KGB, dei rifugi atomici e “dei porci in una baia”.
Quello che ne resta ora è lo squallido scenario di un’operetta da quattro soldi.
Manca di classe.
20 novembre 2006
Divagazioni
Don't you wanna come with me? Don't you wanna feel my bones
on your bones?
It's only natural.
Don’t you wanna swim with me? Don’t you wanna feel my skin
on your skin?
It's only natural.the killers
19 novembre 2006
The arrivals gate
La persona che voglio essere sta prendendo forma da un pò di tempo a questa parte.
Non c'è molto di volontario o costruito.
Semplicemente Ilaria ha trovato Ilaria.
Tutto quello che la fa ridere, che la fa piangere, che le regala serenità e la irrita. L'universo più giusto per lei, l'unico che vuole intorno a sè. Fatto di persone, cose, emozioni, errori, ricordi e sbandamenti. Seguendo un passo, il SUO passo, il solo che la fa sentire reale, senza ombre.
17 novembre 2006
Libiamo!
Ore 13:00.
Il verdetto è:
SI' a latte e riso.
Ora, di fronte alla mia gioia incommensurabile potrete pensare che io abbia definitivamente perduto il senno. E vista la fame è plausibile.
Ma non potrete mai immaginare quanto sarà buona e dolce la prima cioccolata che mangerò oggi, dopo 35 giorni.
Quasi quasi ...
16 novembre 2006
15 novembre 2006
321
Signore e signori, dopo tanto tempo mi sono innamorata.
Di un libro, dopo mesi di astinenza.
E nelle ultime sere, per la prima volta dopo non so quanto, ho fatto l'amore fino alle ore piccole con delle parole splendide.
Un colpo di fulmine totalmente inaspettato e, come tutti i colpi di fulmine, devastante.
Sfoglio quelle pagine con la fretta avida e maldestra di un'amante impaziente, ed esito, timorosa che il piacere possa prima o poi finire.
Mi immergo in una storia che conosco, ma che posata sulla carta risplende di una bellezza totalmente diversa.
Una bellezza che ho scoperto per caso, negli ultimi sgoccioli di un pomeriggio.
L'incontro è sempre lo stesso. Dò una sbirciata a quanto mi viene offerto e se sento il clic .. è fatta. Non ci sono santi.
E adesso, quando mi trovo fuori casa non vedo l'ora di tornare, per riprendere quel cammino attraverso il deserto e la guerra, la memoria, l'amore ed i sogni.
Ora mi scuserete.
Il mio paziente inglese non ama aspettare.
14 novembre 2006
Profilo
Le note che rimbalzano nella mia giornata oggi. Ovvero, Ilaria martedì 14 novembre.
"You had time" - Ani Difranco
"Freaks in love" - Elton John
"Don't chu worry 'bout me" - Outkast
"Crystal Ball" - Keane
"L'età migliore" - Moltheni
"Questi posti davanti al mare" - Fossati, De Gregori, De Andrè
"Closest thing to heaven" - Tears for fears
"Walking after you" - Foo fighters
"You had time" - Ani Difranco
"Freaks in love" - Elton John
"Don't chu worry 'bout me" - Outkast
"Crystal Ball" - Keane
"L'età migliore" - Moltheni
"Questi posti davanti al mare" - Fossati, De Gregori, De Andrè
"Closest thing to heaven" - Tears for fears
"Walking after you" - Foo fighters
13 novembre 2006
Uragano green
Quelle che raccolgono ritagli di giornale e se li mostrano fuori scuola, che ce ne vuole prima che le sorelle escano.
Quelle che quel lunedì pomeriggio era tutto chiuso e la città deserta e si moriva dal ridere.
Quelle che si scrivono chilometri e chilometri di fogli e ogni tanto li rileggono insieme.
Quelle che c'è "Little Wonder" in tv e quando chiamano trovano il telefono occupato.
Quelle che fanno le polemiche per strada e "prima o poi ci menano".
Quelle che sono puntuali come orologi svizzeri e se una tarda di un minuto si preouccupano.
Quelle che stanno nella sala vuota e possono parlare ad alta voce che tanto nessuno rompe.
Quelle che se so una cosa e non te la posso dire mi sento male.
Quelle che la cioccolata che fai tu non la fa nessuno.
Quelle che ci vediamo alle dieci e mezza al solito posto.
Quelle che "Orgoglio e Pregiudizio" bisogna vederlo una seconda volta per commentarlo con calma.
Quelle che "ma tu che ti metti stasera?"
Quelle che tu ti trucchi davanti allo specchio ed io ti guardo.Quelle che Briciola dopo tutti questi anni ancora ti graffia e ogni volta rosichiamo.
Quelle che "scusa cì".
"..and you know that i'm gonna be the one / who'll be there... / when tomorrow comes"
Welcome back!
Di ritorno da una breve e magica trasferta (quanto spazio c'è in un chilometro? Leggero, delizioso viaggio in un altro universo. Io, te ed un mucchio di coperte) dopo giorni di silenzio vi regalerò di nuovo le mie idiozie. Quando me ne verrà qualcuna in mente, ovviamente.
Ora vado a pranzo. E a proposito di cibo, il giorno della verità (l'ennesimo) si avvicina.
Ora vado a pranzo. E a proposito di cibo, il giorno della verità (l'ennesimo) si avvicina.
08 novembre 2006
Perla
Una chicca musicale appena sfornata (ma non per il solito sborone che sicuramente si vanterà di averla già sentita..).
"Coriandoli a Natale" di Gigi Restagno, riproposta dai Subsonica a 10 anni dalla scomparsa del musicista torinese.
Buon ascolto.
"Coriandoli a Natale" di Gigi Restagno, riproposta dai Subsonica a 10 anni dalla scomparsa del musicista torinese.
Buon ascolto.
Stella Polare
Poichè questa è saggezza: amare e vivere.
Prender ciò che il destino può concedere,
mai fare domande, non pregare mai.
Baciare le labbra, accarezzare le chiome
dire addio alla passione che tramonta
come ne salutammo già l'aurora.
Tenere stretto quello che hai avuto
e, al momento opportuno, lasciar perdere.
Ella Wheeler Wilcox
Prender ciò che il destino può concedere,
mai fare domande, non pregare mai.
Baciare le labbra, accarezzare le chiome
dire addio alla passione che tramonta
come ne salutammo già l'aurora.
Tenere stretto quello che hai avuto
e, al momento opportuno, lasciar perdere.
Ella Wheeler Wilcox
06 novembre 2006
La classica!
"Si, ora comincia ad andare meglio, grazie"
(certo, accartocciata sul sudicio pavimento della metropolitana va molto meglio, come no)
"No, no, solo un minuto e passa"
(basta che la smettete di starmi tutti addosso a fissarmi, quasi quasi faccio pagare il biglietto)
"Guardi, sto bene, davvero, ora mi metto seduta.."
(sempre che con tutto l'impegno che ci sta mettendo per tirarmelele su lei non finisca per staccarmele, le gambe)
(certo, accartocciata sul sudicio pavimento della metropolitana va molto meglio, come no)
"No, no, solo un minuto e passa"
(basta che la smettete di starmi tutti addosso a fissarmi, quasi quasi faccio pagare il biglietto)
"Guardi, sto bene, davvero, ora mi metto seduta.."
(sempre che con tutto l'impegno che ci sta mettendo per tirarmelele su lei non finisca per staccarmele, le gambe)
"Oh, grazie, molto gentile"
(5 cioccolatini??Ma chi è, Willy Wonka?? Chi glielo dice adesso che non posso mangiarli..)
"Eh si, mi capita spesso, ma niente di grave"
(no, niente malattie, menagramo schifoso, vuole che cominci con degli scongiuri sgradevoli?)
"per carità, niente ambulanza, è tutto a posto"
(ci manca pure l'ambulanza..devo andare a fare sto benedetto esame, per favore, lasciatemi andare via!)
"Grazie, grazie davvero, siete stati tutti gentilissimi"
(Ecco qua, la mia quotidiana figura di merda l'ho fatta. Certo, oggi ci sono proprio andata giù pesante..mi sembra pure di aver intravisto un ragazzino che mi immortalava con un videofonino. Santa Claus, con che faccia sto andando in giro, sono verde, neanche bianca, verde porca miseria..e basta fissarmi, sì, sono quella che si è accasciata senza ritegno sulla banchina. Vi prego, pietà. Lasciatemi sgattaiolare in un angolo. Devo solo raccogliere quel poco di dignità che mi è rimasta e levo le tende. Signore, se mi fai uscire indenne da questa giornata giuro che il prossimo anno seguirò "la pupa e il secchione" dalla prima all'ultima puntata)
Questo è stato il mio lunedì.
P.S. Signore, ma devo proprio? Dicevo così, per dire ..
03 novembre 2006
Libero
02 novembre 2006
Go with the flow
Mission Impossible
Il verdetto è stato inappellabile. Nessun atto di pietà, nessun cedimento.
Altri 15 giorni di digiuno forzato.
Appena in tempo per il mio compleanno.
Ce la farò?
Si accettano scommesse.
31 ottobre 2006
DPC
Era proprio bella la mia scrivania. La mia e le altre.
Ci avevamo messo quasi due anni, ma alla fine ce l’avevamo fatta.
Come durante le pulizie di primavera avevamo spostato, smontato, cambiato e finalmente ognuna di noi aveva la propria isola felice in un posto che sempre felice non era.
In quello stanzone un po’ caotico, nel nostro stanzone, non si stava per niente male.
Era terra di passaggio per nullafacenti ed impiccioni, un magazzino e un dimenticatoio, una saletta fumatori e una sala per banchetti, e ci si divertiva, da matti.
Temporali e sole cocente sulle nostre teste (quel finestrone a cui rivolgevamo sempre gli occhi), il Natale festeggiato fino a marzo (chissà dov’è ora quell’albero ..), il frigorifero e le bottiglie d’acqua, i pranzi intorno al tavolo e le chiacchierate fra gli scatoloni (il migliore fumo passivo di tutta la mia vita).
Tutto questo e tanto altro basta a farmi dimenticare il resto.
Tutto questo e voi, consorelle.
Fra tanti figli noi siamo state figliocce. Ma con classe.
Ci avevamo messo quasi due anni, ma alla fine ce l’avevamo fatta.
Come durante le pulizie di primavera avevamo spostato, smontato, cambiato e finalmente ognuna di noi aveva la propria isola felice in un posto che sempre felice non era.
In quello stanzone un po’ caotico, nel nostro stanzone, non si stava per niente male.
Era terra di passaggio per nullafacenti ed impiccioni, un magazzino e un dimenticatoio, una saletta fumatori e una sala per banchetti, e ci si divertiva, da matti.
Temporali e sole cocente sulle nostre teste (quel finestrone a cui rivolgevamo sempre gli occhi), il Natale festeggiato fino a marzo (chissà dov’è ora quell’albero ..), il frigorifero e le bottiglie d’acqua, i pranzi intorno al tavolo e le chiacchierate fra gli scatoloni (il migliore fumo passivo di tutta la mia vita).
Tutto questo e tanto altro basta a farmi dimenticare il resto.
Tutto questo e voi, consorelle.
Fra tanti figli noi siamo state figliocce. Ma con classe.
30 ottobre 2006
Fifona
Gli insetti
Il buio
La sigla dell’eurovisione
L’altezza
La locandina de “Lo squalo”
Soffocare
Le foto dei fantasmi
I corridoi degli alberghi
Una vecchia pubblicità del Nelsen piatti
I musei di notte
Qualcuno alle mie spalle davanti ad uno specchio
Dormire da sola
..e non finisce qui.
Il buio
La sigla dell’eurovisione
L’altezza
La locandina de “Lo squalo”
Soffocare
Le foto dei fantasmi
I corridoi degli alberghi
Una vecchia pubblicità del Nelsen piatti
I musei di notte
Qualcuno alle mie spalle davanti ad uno specchio
Dormire da sola
..e non finisce qui.
Giovedì
..siamo ancora due terre sconosciute, esploratori diffidenti e cauti, senza mappa nè bussola.
La paura di perdersi guida ogni nostro gesto, soprattutto ora, che dividiamo per la prima volta uno spazio di 4 mura.
Tu misuri quello spazio a passi lunghi e misurati, e parli di numeri a voce alta. Tentenni, respiri, posso quasi sentirlo il tuo cervello, lavorare, faticare, pensare sempre troppo.
E io seduta, china sui miei fogli, su quelle dannate norme che nella testa proprio non mi entrano. Vorrei buttarli all'aria quei fogli, e studiare te, misteriosa creatura, sei davvero tutto mio?
Ma non oso. L'ho capito sin da subito, c'è tutto te stesso in quegli occhi che scorrono le righe, in quella voce che scandisce le pagine, in quella concentrazione che ti logora.
E allora provo a fare come te.
Mi perdo in tutte quelle noiose parole (parole, non numeri, è strano come siano cose così diverse a darci la stessa, tormentata sicurezza) e faccio finta che tu non sia più di fronte a me, a portata di braccia. Scorrono i minuti, le dita sulle pagine e le tue parole.
Ad un tratto tentenni, rallenti, e ti fermi.
Sei perplesso, cerchi qualcosa. Lo fai in silenzio per disturbarmi, ho gli occhi piantati sui miei fogli, sembro brava quasi quanto te.
Ma io so cosa stai cercando.
E' proprio qui, sulla scrivania.
La prendo e te la porgo, senza neanche guardarti in faccia. E' rossa, vero?
Solo quando la prendi dalle mie mani, con lentezza, alzo gli occhi.
"....."
"Prego"
"Come facevi a saperlo?"
"....."
"Non ho aperto bocca, come facevi a sapere che stavo cercando proprio quella?"
"Non lo so. Era quella e basta."
E mentre lo dico mi accorgo che è vero. E che mi fa un pò paura.
Restiamo imbambolati guardarci per un pò e poi ci sorridiamo in silenzio.
Il nostro viaggio è cominciato.
La paura di perdersi guida ogni nostro gesto, soprattutto ora, che dividiamo per la prima volta uno spazio di 4 mura.
Tu misuri quello spazio a passi lunghi e misurati, e parli di numeri a voce alta. Tentenni, respiri, posso quasi sentirlo il tuo cervello, lavorare, faticare, pensare sempre troppo.
E io seduta, china sui miei fogli, su quelle dannate norme che nella testa proprio non mi entrano. Vorrei buttarli all'aria quei fogli, e studiare te, misteriosa creatura, sei davvero tutto mio?
Ma non oso. L'ho capito sin da subito, c'è tutto te stesso in quegli occhi che scorrono le righe, in quella voce che scandisce le pagine, in quella concentrazione che ti logora.
E allora provo a fare come te.
Mi perdo in tutte quelle noiose parole (parole, non numeri, è strano come siano cose così diverse a darci la stessa, tormentata sicurezza) e faccio finta che tu non sia più di fronte a me, a portata di braccia. Scorrono i minuti, le dita sulle pagine e le tue parole.
Ad un tratto tentenni, rallenti, e ti fermi.
Sei perplesso, cerchi qualcosa. Lo fai in silenzio per disturbarmi, ho gli occhi piantati sui miei fogli, sembro brava quasi quanto te.
Ma io so cosa stai cercando.
E' proprio qui, sulla scrivania.
La prendo e te la porgo, senza neanche guardarti in faccia. E' rossa, vero?
Solo quando la prendi dalle mie mani, con lentezza, alzo gli occhi.
"....."
"Prego"
"Come facevi a saperlo?"
"....."
"Non ho aperto bocca, come facevi a sapere che stavo cercando proprio quella?"
"Non lo so. Era quella e basta."
E mentre lo dico mi accorgo che è vero. E che mi fa un pò paura.
Restiamo imbambolati guardarci per un pò e poi ci sorridiamo in silenzio.
Il nostro viaggio è cominciato.
28 ottobre 2006
Maschio e femmina li creò?
Onorevole Elisabetta Gardini, io le sono grata.
Il vergognoso spettacolo che ha dato di sè e degli illuminanti valori del partito che Lei rappresenta alla Camera dei Deputati mi hanno dato ancora una volta la conferma - se mai ce ne fosse bisogno - che la naturale repulsione che provo per la destra italiana è più che legittima.
Grazie.
27 ottobre 2006
"Solo gli imbecilli / non son ghiotti..."
Io mangio.
Mi piace mangiare.
Amo mangiare.
Adoro mangiare. Tanto e male.
Poca verdura, poca frutta, dolci, pizza e patatine fritte.
In poche parole, sono l’incubo di ogni medico.
E dato che il buon Dio o chi per lui mi ha fatto dono di un corpicino magro e sano il significato di concetti basilari, come “dieta”, “moderazione”, “bilancia”, mi era – devo ammetterlo – vagamente oscuro.
E poi, 15 giorni fa, la catastrofe.
Vittima di fastidi e acciacchi vari allo stomaco vado a fare visita alla mia dottoressa – una naturopata saggia e molto comprensiva, che il Signore la benedica – ignara di quanto sarebbe accaduto.
Vengo sottoposta ad un illuminante test ispirato ai principi dell’agopuntura – una disciplina orientale antica e pregevole, i cui costi sono decisamente moderni ed occidentali … ed ecco il responso, che ha del fantascientifico - intolleranza latente ai seguenti alimenti:
- latte
- caffè
- lattuga
- carne di maiale
- legumi
- cereali .. TUTTI (quindi pane, pasta, pizza, riso e ahimè, molto altro)
- fosfati
Cura: 20 giorni di totale astinenza da quanto elencato sopra.
Ora, io già vi vedo, aggrottare la fronte con aria scettica e aprire la bocca come per dire “Va bene, non è certo il massimo, ma si tratta di 20 giorni!!Cosa vuoi che sia??”.
Non osate! Voi, liberi mangiatori di pizza e cioccolata!
In questi venti giorni ho scoperto che il 90% di quanto è commestibile per l’uomo contiene ALMENO uno degli alimenti che mi sono vietati.
Lo sapevate che gli hamburger di tacchino contengono le proteine del latte???
Che i fosfati sono ovunque???
Io, proprio io, che mangiavo 5 volte al giorno come i neonati, maledetta da ogni essere di sesso femminile che incontrassi perché, come dicevano con lo sguardo famelico, “Mangi come un maiale e pesi 50 kili!!”, sono ormai irriconoscibile .. passo le ore al supermercato a leggere con i miei occhietti da miope e la bava alla bocca gli ingredienti di qualsiasi cibo.
Ma ormai ho deciso.
La prossima settimana ho un nuovo appuntamento con la dottoressa, per verificare che la cura abbia funzionato.
E se quella saggia e comprensiva donna prova a propormi anche solo un altro giorno di dieta giuro che me la mangio.
Mi piace mangiare.
Amo mangiare.
Adoro mangiare. Tanto e male.
Poca verdura, poca frutta, dolci, pizza e patatine fritte.
In poche parole, sono l’incubo di ogni medico.
E dato che il buon Dio o chi per lui mi ha fatto dono di un corpicino magro e sano il significato di concetti basilari, come “dieta”, “moderazione”, “bilancia”, mi era – devo ammetterlo – vagamente oscuro.
E poi, 15 giorni fa, la catastrofe.
Vittima di fastidi e acciacchi vari allo stomaco vado a fare visita alla mia dottoressa – una naturopata saggia e molto comprensiva, che il Signore la benedica – ignara di quanto sarebbe accaduto.
Vengo sottoposta ad un illuminante test ispirato ai principi dell’agopuntura – una disciplina orientale antica e pregevole, i cui costi sono decisamente moderni ed occidentali … ed ecco il responso, che ha del fantascientifico - intolleranza latente ai seguenti alimenti:
- latte
- caffè
- lattuga
- carne di maiale
- legumi
- cereali .. TUTTI (quindi pane, pasta, pizza, riso e ahimè, molto altro)
- fosfati
Cura: 20 giorni di totale astinenza da quanto elencato sopra.
Ora, io già vi vedo, aggrottare la fronte con aria scettica e aprire la bocca come per dire “Va bene, non è certo il massimo, ma si tratta di 20 giorni!!Cosa vuoi che sia??”.
Non osate! Voi, liberi mangiatori di pizza e cioccolata!
In questi venti giorni ho scoperto che il 90% di quanto è commestibile per l’uomo contiene ALMENO uno degli alimenti che mi sono vietati.
Lo sapevate che gli hamburger di tacchino contengono le proteine del latte???
Che i fosfati sono ovunque???
Io, proprio io, che mangiavo 5 volte al giorno come i neonati, maledetta da ogni essere di sesso femminile che incontrassi perché, come dicevano con lo sguardo famelico, “Mangi come un maiale e pesi 50 kili!!”, sono ormai irriconoscibile .. passo le ore al supermercato a leggere con i miei occhietti da miope e la bava alla bocca gli ingredienti di qualsiasi cibo.
Ma ormai ho deciso.
La prossima settimana ho un nuovo appuntamento con la dottoressa, per verificare che la cura abbia funzionato.
E se quella saggia e comprensiva donna prova a propormi anche solo un altro giorno di dieta giuro che me la mangio.
Tanto non è carne di maiale.
Signore e signori ...
... questa sono io.
O meglio, questa ero io.
Ho tagliato i capelli, tolto gli occhiali e ho cominciato a sorridere un pò di più.
Ma se penso a me stessa questa è ancora la prima immagine che fa capolino nella mia testa. E se devo dirla tutta, la trovo perfetta.
Così mi affaccio sulla porta e vi faccio entrare. C'è un pò di disordine e ho ancora molte cose da sistemare. Ma penso che ci divertiremo.
Benvenuti.
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