19 dicembre 2006

1914

Questa notte ti ho pensato tanto.
Sepolta sotto un mucchio di coperte, gli occhi rivolti al soffitto, nel buio, le ore passavano ed io ti pensavo. Ed era da un pò che non succedeva, che i ricordi non mi assalivano come una piena inarrestabile. Alcuni dolci e caldi come un raggio di sole, altri taglienti e crudeli come un colpo in pieno viso.
La mente ha cominciato a camminare da sola, e io non l'ho fermata.
E' stato dolore e lacrime e tristezza, in silenzio perchè nessuno mi sentisse, ma non l'ho fermata.
Sapevo dove mi avrebbe portata, in un tragitto che si ripete da un anno e mezzo, a inseguire la tua assenza che credevo lieve e che a volte invece si rivela pesante come un macigno.
Porto tante cose con me.
Le barchette fatte con i fogli di giornale, affacciati dal pontile a sperare, con il fiato sospeso, che stessero a galla.
I cannoncini di legno rosso e nero, e tu in ginocchio sul pavimento di marmo a sparare pallottole di carta.
Quando mi avevi fatto credere che riuscivi a cambiare canale sbattendo le palpebre, e la faccia che facevi vedendo la mia espressione stupefatta.
I gelati che dopo pranzo, nelle lunghe estati a casa nostra, facevi comparire per magia con i tuoi "abracadabra".
La forza e l'ostinazione con cui hai lottato con il tuo corpo troppo vecchio per avere quello che volevi. "L'ho fregata" hai sussurrato contento a mamma in ospedale. Hai fregato la morte sì, l'hai convinta a darti ancora qualche giorno per vivere QUEL giorno.
Volevi festeggiarli quei 50 anni insieme a lei e ce l'hai fatta.
Hai avuto l'ultimo pranzo, la tavola imbandita, il brindisi, la famiglia intorno a te.
E hai pianto, perchè sapevi che la tua non era stata una vittoria ma solo una tregua. Ed era momento di andare.
Una notte senza sonno in tua compagnia.
Mi manchi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A cì....oggi parto...sigh! Buon Natale!