Un martedì pomeriggio al cinema con i compagni di sempre mi ha regalato una gradita sorpresa. "Marie Antoinette" di Sofia Coppola mi attirava forse per quell'aria patinata che sa tanto di Mtv e che prometteva un paio d'ore di riposo al mio cervello laborioso.
Ma quello che ha visto mi ha colpito più di quanto immaginassi. Ce n'era di Mtv, e tanta, nell'adolescente frivola di una Beverly Hills di altri tempi. Ed è proprio in questo che ho trovato la sua forza.
Ogni plateale anacronismo è annullato dai tratti di una favola settecentesca, al ritmo di una colonna sonora da antologia. Da non perdere poi una Marianne Faithfull quasi irriconoscibile nel ruolo di un'imponente Maria Teresa d'Austria.
Nel suo impadronirsi di questo tragico simbolo della storia francese (nessun riferimento alla storia con la S maiuscola, quella di un popolo affamato e in tumulto) e proiettarlo in un universo glam rock decisamente straniante la Coppola sa perfettamente cosa sta facendo.
"Ho voluto raccontare l'umanità di una donna che non era né innocente né crudele, né stupida né intelligente, il cui destino l'ha portata nel posto sbagliato al momento sbagliato».
Semplicemente una ragazzina sola in camera, una "vergine sucida" prigioniera della ragion di stato, circondata di lussi, in un tempo ozioso e dilatato fino all'infinito.
1 commento:
Posso ritirarmi?
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