23 gennaio 2008

Il mio naso sul tuo collo

Questa notte mentre mi preparavo per andare a dormire pensavo che sono fortunata ad avere un amore che profuma di bucato.
Che non voglio altri odori, altre sensazioni, nessun altro stimolo per le mie narici.
E mi sono addormentata con il sorriso sulle labbra, nell'abbraccio delle lenzuola pulite.

18 gennaio 2008

A qualcosa servo (e mi ripeto)

Vaaaa bene.
Qualcuno ha esagerato con l'alcol o le anfetamine o la nutella (propendo per l'ultima ipotesi) e ha deciso di assegnarmi la famigerata TARGHETTA.
Io incasso, ringrazio e mi vendico...

REGOLE:
partecipare solo se si è nominati
lasciare un link al post originario (in inglese)
inserire nel post il logo thinking blog award
indicare 5 blog che hanno la capacità di farti pensare

Dunque, in ordine sparso:

- Barbara e il suo Fuoriluogo: prima di tutto perchè chi la fa la aspetti. E poi perchè mi ha insegnato a viaggiare. E queste cose come le scordi?

- Patassa: carta e penna, una mano per scrivere e due occhi per leggere. Tanto e bene. La curiosità, l'entusiasmo, il talento, non stancano mai.

- Enzorasi e la sua Omologazione non richiesta : perchè camminare con le sue gambe e guardare con i suoi occhi è un'avventura affascinante.

- Daniela e il suo Odelance : perchè quando la leggo mi viene da sorridere con ogni millimetro del corpo. E poi mi ha sognata ed è sopravvissuta per raccontarlo.

- Morgan: perchè il suo blog è una risorsa preziosa e irrinunciabile, per tutti. Stupisce, insegna, apre gli occhi e arricchisce cuori e cervelli.

Io ci provo a lavorare di Venerdì pomeriggio, ma certe volte proprio è impossibile ...

14 gennaio 2008

Lifeline

asmundur

Nel mio ufficio non arriva la luce del sole.
Lavoro in un appartamento in un piano interrato, quindi niente finestre.
Non sento il rumore delle auto di passaggio, lo scrosciare della pioggia, gli odori della città. E mi sento un pò un'aliena.
Chiudo la porta alle mie spalle prima delle nove di mattina e quando la apro di nuovo, alle sei e mezza del pomeriggio, con un pò di stanchezza sulle spalle e una borsa sempre pesante, è sempre buio.
Ore di luce che scivolano via sulla mia testa. E come pesa quel cielo che non vedo mai.

05 gennaio 2008

In punta di piedi (sono tornata)

E' che si sogna e poi, ogni tanto, ci si sveglia.












Queste buffe foto sono state scattate lo scorso weekend, sulle montange innevate dell'Abruzzo.
Abbiamo festeggiato tutti insieme la fine di un 2007 pieno di cose e l'arrivo di un 2008 così importante che quasi fa paura.
Ho scoperto che sci e snowboard non fanno per me, ma che sulla motoslitta faccio faville e che il cielo visto dopo una lunga camminata è ancora più bello.
E allora tanti auguri, a chi sa sciare neanche venisse dalla Svezia, a chi impara in 3 giorni manco fosse il figlio di Tomba, a chi non aveva mai visto la neve, a chi ha paura della velocità e a chi passa tutto il giorno a casa con 38 di febbre.
Auguri a me, che sono una gran rompiballe ma in fondo sono una sagoma.
E auguri a voi, con il cuore.


20 novembre 2007

Disciplina

girishtatke


Si guarda vivere il susseguirsi dei giorni, a zig zag su un calendario sempre più scarabocchiato.
Si sveglia, viaggia, lavora, parla, mangia, respira a cavallo di pensieri frastornati, mentre il tempo passa a mucchi e la coglie ogni tanto la sensazione di essersi persa qualcosa.
Il suo futuro è in costruzione e ogni tanto morde il freno.
Deve aspettare che questa nuova vita prenda la forma giusta, come una scarpa nuova, e ci si stia talmente bene dentro da poterci anche ballare. Per ora si zoppica un po’.

Se solo potesse liberarsi dell'orologio.

31 ottobre 2007

Mangiare con gli occhi

Per lungo tempo ho nutrito la mia insicurezza con la ricerca della perfezione in chi mi circondava.
Sempre speciali le vite degli altri. I volti più belli, i gesti puliti e mai goffi.
Grandi talenti, la risposta sempre pronta, l’ambizione a volare alto.
E io a tenermi stretto quello che avevo, che desideravo davvero, con la sensazione che a volte non fosse abbastanza.
Che non ci fosse magia.
Ho cercato la magia, per tanto tempo, spiandola, credendo di vederla dietro a ogni angolo, ad accompagnare anche chi non se la meritava. E spesso mi chiedevo cosa ci fosse in me di così strano, o buffo da farla scappare via da me.
Non so cosa è cambiato, cosa è diverso adesso. Sono sempre la ragaza con gli occhiali che ogni tanto si scopre ad invidiare una mano che gesticola, il suono di una risata, tutte quelle avventure che non mi capiteranno mai.
Ma credo di averla trovata, un pò di magia in me. Forse proprio quando ho smesso di cercarla.

Nei miei occhiali ci sono io. Anche quando non li porto e chiudo gli occhi al sole, godendomi l'assenza di quel lieve peso sulla faccia.
Tutta l'Ilaria che potrete mai conoscere sta lì.

29 ottobre 2007

Ode al portapranzo



In quei pochi centimetri quadrati che porto con me tutte le mattine c’è il fulcro di tutta la mia giornata lavorativa, lo spartiacque fra la mattina indaffarata e il pomeriggio sonnolento, fra la fame delle 13 e la sazia rilassatezza della 14.30.
Inserisco la segreteria telefonica, metto a tacere la posta elettronica, e fiondo la sacra vaschetta nel microonde.
Cosa mi divorerò oggi?
Sola o in compagnia allestisco la postazione – tovaglietta, posate di plastica che fanno molto fantozzi, acqua e dolcetto, che non manca mai.
E’ uno dei miei piccoli rituali personali, e sciagura a chi osa interromperlo.
Chissà perché per tanto tempo, qualche lavoro fa, ho sempre rifiutato le premure materne che mi offrivano in continuazione pranzetti casalinghi.
Forse non avevo ancora trovato il portapranzo giusto: c’è stato quello di plastica bianco e rosso, grande quanto un cappello a cilindro, e poi quello di metallo, a forma di disco volante, e una nutrita serie di contenitori improvvisati di varie fogge e colori.
Ora sono in fase parallelepipedo, e la cosa sembra funzionare.

Cosa ci sia poi dentro il portapranzo beh .. è tutta un'altra storia (e un altro post).