Cosa ti si scuote dentro quando arrivi alla fine di un cammino che avresti voluto non finisse mai?
Che ci fai con un mucchio di parole e una pagina bianca quando vorresti raccontare un milione di facce e un milione di risate?
La stanza è completamente vuota.
Non restano che il telefono e un malandato computer portatile.
E io.
E più penso a quello che voglio scrivere, a quello che vorrei condividere con amici sempre presenti o lontani da me centinaia di chilometri (e con chiunque abbia la pazienza di leggere), più so che quello che ho nella testa e nello stomaco resterà esattamente dov'è ora.
Perchè sembrerebbe così piccolo e incolore una volta tirato fuori.
Mentre a pochi passi da me tutti raccolgono i propri bagagli e cominciano a partire alla spicciolata io decido di tenere questi ultimi momenti per me.
Le risate, le lacrime, i biglietti e le telefonate, i piccoli regali e le incomprensioni.
Tutto qui dentro, ad agitarsi, a ricomporsi, a mescolarsi con vecchie esperienze e nuove speranze.
Quello che ricordavo non mi ha deluso. Quello che ho scoperto mi ha sopreso.
E io nel mezzo.
4 commenti:
"Perché sembrerebbe così piccolo e incolore una volta tirato fuori"...
Ho provato spesso anch'io la medesima sensazione, conservare è una parola che mi piace talvolta.
Già, a volte sa di buono.
Ma in alcune occasioni mi spaventa.
Le parole.
E' già un pò che ci penso.
Un giorno o l'altro ci scriverò un post.
E' bello aggirarsi tra ricordi che si condividono, ritrovando nelle tue parole la sintesi delle sensazioni e delle immagini di questi ultimi mesi. Una sola mancanza....e Marcellus?
il Pony
Se alcune cose non devono essere tirate fuore, scava dentro di te e tienile chiuse a chiave. Nessuno te le porterà mia via. Se altre vanno sviscerate parlane con chi vuoi, con qualsiasi mezzo tu preferica. Niente è incolore se viene da una emozione vissuta sulla propria pelle.
Sei certamente più ricca di due mesi fa....e questo ti fa onore.
Buna giornata
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