20 luglio 2008

Keep moving


C’è un ragazzo vestito di nero sul palco.
Magro, riccioluto, se ne sta accovacciato in un angolo, sotto i riflettori, nervoso e concentrato. Ha posato delicatamente gli occhiali da vista a fianco a sè e muova le mani con ampi gesti delicati. Intorno a lui l’anfiteatro, davanti a lui l’orchestra che suona. Che suona la sua musica.
Segue con attenzione le note, le coccola, le conduce, e ad un tratto si alza e si avvicina con la sua andatura buffa verso il pianoforte. Sembra sussurrargli qualcosa - come a chiedere il permesso o a salutare con tenerezza - e poi si unisce agli archi, ai fiati, alla melodia, accompagnandola, prendendola per mano, completandola.
E noi in un silenzio rapito, esterrefatto, ad ascoltare quella magia, senza riuscire a staccare gli occhi da quel fascio di nervi e note che si chiama Giovanni, che sembra avere tante dita quanti sono i tasti del suo pianoforte, e una limpidezza disarmante.
Restiamo lì fino a tarda notte, a chiedergli di suonare ancora, di non smettere mai, di regalarci una notte infinita e la sua musica.

3 commenti:

daniela ha detto...

Io ho un'attrazione quesi fisica per Giovanni Allevi.

Anonimo ha detto...

no...noooooooooooo
Io non ho trovato i biglietti.
Mio fratello per una sfortuna sfacciata e immeritata si...io no...

ILARIA ha detto...

Per Daniela: mentre suonava ad un tratto n non ho potuto fare a meno di esclamare un "io potrei innamorarmi di uno così"..ci sono (increduli) testimoni.

Per Barbara: UAH UAH UAH.